lunedì 19 novembre 2012

Arancine nere con ragù di seppie

Le arancine più applaudite della cena :)
Sarà che il nero sta bene su tutto (e sfina) ma queste sono effettivamente le arancine che mi hanno dato più soddisfazione.
Intanto perchè sono buonissime, poi perchè nonostante le mie variazioni mi pare che questa versione mantenga uno stretto contatto con la ricetta originale e con gli ingredienti della cucina siciliana.
C'è il ragù, il riso ha il profumo del mare, si sente una nota piccante...se non è Sicilia questa!
Anche stavolta ho seguito il procedimento spiegato da Roberta, sia per la preparazione del riso che per la lega e per dar forma alle arancine.


Per il riso
1 kg di riso originario
2,5 l circa di brodo vegetale
una cipolla medio-piccola
olio evo
sale
Per la lega
800-900 ml d'acqua
la metà di farina
una manciata di sale
Per il ragù
4 belle seppie fresche
un dito di vino bianco
1 spicchio d'aglio tritato
un peperoncino tritato
un cucchiaio di prezzemolo fresco tritato
2 cucchiai di sugo di pomodoro semplice 



Pulite le seppie. (Se ce l'hanno, togliete la sacchetta dell'inchiostro con delicatezza, servirà a colorare il riso. A me son bastate due sacchette, le altre due le ho congelate per il prossimo risotto!).
Tritatele finemente con il coltello e mettetele da parte. Soffriggete appena l'aglio, il prezzemolo e il peperoncino a fuoco basso.
Unite le seppie e lasciate che insaporiscano per qualche minuto, finchè non perdono la trasparenza e diventano bianche, poi sfumate con il vino e alzate la fiamma.
Appena il vino sarà evaporato unite il pomodoro e se serve fate restringere. Fate raffreddare il ragù.
Dopo aver soffritto la cipolla e tostato il riso l'ho diviso in 3 pentole: nella prima ho aggiunto lo zafferano (per la ricetta pubblicata ieri), alla seconda non ho aggiunto nulla per avere il riso bianco, nella terza ho sciolto il nero di seppia. Per quest'ultimo ho terminato la cottura al dente, ho immerso la terrina del riso in acqua fredda e l'ho mantecato con un cucchiaino di burro e uno di pecorino. Ho farcito le arancine con il mio ragù di seppie, le ho immerse nella lega e poi le ho impanate nel panko per un fritto croccantissimo.


Dimando pirdonanza per le foto ma queste arancine vanno servite bollenti.

domenica 18 novembre 2012

Arancine con i vruoccoli arriminati e una dichiarazione d'amore

Festeggio il mio ritorno alla cucina e al blog dopo lunghi giorni di panini al tonno (in scatola) e pesto (di mia suocera) con una ricetta di stret food così bella che mi commuove: le arancine di riso.
Per una da sempre innamorata di Camilleri avere una ricetta doc per queste bombe calde, fritte e pure ripiene è un regalo inquantificabile.
Mia madre ha sempre fatto dei supplì di riso stupendi, ma anche lei da tempo voleva spingersi oltre e provare le arancine.
E gnente, ci siamo date questa botta di vita :P
Abbiamo preparato le arancine con ragù e piselli (the best ever. Roberta non ti ringrazierò mai abbastanza di aver condiviso la tua ricetta e Ale e Dani, senza il vostro lavoro e la passione che ci mettete tutto questo non sarebbe stato possibile. Siete strafighe che neppure ve ne rendete conto) che davvero non hanno bisogno di presentazioni, e poi ho studiato le mie variazioni.
Sono rimasta in Sicilia e ho scelto come ripieno per il riso quello che in genere è un condimento per la pasta: i vruoccoli arriminati, anch'essi scoperti grazie a Montalbano, provati e amati immediatamente.


Per il riso (ricetta di  Roberta)
1 kg di riso originario
2,5 l circa di brodo vegetale
pochi stimmi di zafferano
50 g di burro
50 g di parmigiano grattugiato
una cipolla piccola
olio evo
sale
Per il ripieno
1/2 cavolfiore
1 spicchio di cipolla
una manciata di uvetta passa
2 acciughe sott'olio
una manciata di pinoli
Per la lega
800-900 ml d'acqua
la metà di farina
una manciata di sale


La sera prima di fare le arancine ho preparato il riso e il ripieno: una volta pronto il brodo vi ho unito lo zafferano, ho tritato la cipolla, l'ho messa a soffriggere con l'olio nella pentola più grande che ho :P e ho aggiunto il riso.
L'ho fatto tostare un pò e poi ho aggiunto gran parte del brodo subito e il resto un mestolo alla volta, tenendo il riso al dente.
A questo punto ho trasferito il riso in una zuppiera e ho riempito il lavandino con 4 dita d'acqua fredda, poi vi ho immerso la zuppiera (una sorta di bagnomaria freddo) e ho unito al riso il burro e il parmigiano, mescolando per raffreddarlo velocemente.
Una volta freddo ho coperto e messo in frigo per tutta la notte.
Per i vruoccoli arriminati: tagliate in piccole cimette il cavolfiore (teoricamente ci vorrebbe il cavolfiore verde mi pare di capire; io ne ho usato uno regolamentare bianco!) e lavatelo. In una padella soffriggete la cipolla, unite il cavolo e le acciughe, un pò d'acqua e fate cuocere, quando il cavolo sarà tenero spegnete il gas e aggiungete le uvette ammollate e i pinoli e salate. La ricetta originale prevede anche lo zafferano, ma io l'ho messo nel riso, e della passata di pomodoro, che al solito ho scordato. 
Insomma sono dei vruoccoli un pò eretici...
Il giorno seguente ho dato forma alle arancine come da suggerimento di Roberta, e cioè prima ho fatto tutte le palle di riso, poi le ho bucate, infine le ho farcite e richiuse.
Le ho lasciate riposare mezz'ora in frigo e ho preparato la lega mescolando acqua e farina con un pizzico di sale. Ho immerso tutte le arancine un pò alla volta e le ho adagiate sul pangrattato, poi le ho impanate una ad una e fritte in olio ben caldo.

Ci vediamo domani con le altre arancine :)